La testa perduta di Damasceno Monteiro
di Antonio Tabucchi
Nella città di
Oporto (ma potrebbe trattarsi di una qualsiasi altra città della
cosiddetta Europa civile), avviene un feroce assassinio. Ne nasce
l’inchiesta giornalistica di un giovane inviato di un giornale
popolare. I problemi dell’abuso poliziesco, della tortura, della
giustizia, della marginalità sociale e delle minoranze etniche sono
il lievito di questa storia narrata con l’andamento del thriller,
ma che è insieme la cronaca di un fatto di cronaca. Il simbolo, la
metafora e la forza espressiva della fiction trasformano il dato di
realtà in letteratura e catturano il lettore con alcune immagini
indimenticabili. Come quella della voce dolente e nostalgica di un
vecchio zingaro. Oppure quella dell’avvocato Fernando de Mello
Sequeira, detto Loton, bizzarro e metafisico, aristocratico e
anarchico, ossessionato dalla Grande Norma Giuridica, sconfitto dalla
vita, ma nient’affatto rassegnato.
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