Per vivere Suttree pesca pesci gatto
nelle acque limacciose del fiume Tennessee. E sul fiume vive, in una
baracca galleggiante ai margini della città di Knoxville, fra ratti
reali e metaforici. Ci si è trasferito dopo aver abbandonato
un'esistenza di privilegi borghesi e pastoie religiose; l'ha fatto
per vivere. Ora nel suo nuovo mondo impara ciò che il fiume insegna:
che nel tutto in movimento - quel flusso ora grigio, ora bruno, nero,
marrone, color peltro, ardesia, inchiostro o carbonio della cloaca
maxima - "il colore di questa vita è acqua" e perciò solo
"le forme più primitive sopravvivono". Alcune di esse
finiscono impigliate nelle sue reti di pescatore e, volente o più
spesso nolente, Suttree deve tentare di portarle in secca, magari
immergendosi con loro in liquidi a più alta gradazione. Prima fra tutte la forma di uno
spassoso troglodita come Harrogate, giovane topo di campagna con una
passione contronatura per i cocomeri e una determinazione tanto
candida quanto feroce a trasformarsi in ratto di città. A fianco di questo novello Huckleberry
Finn e dei suoi guai Suttree impara altri colori dell'infinito
scorrere.
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